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Esportazioni a 16,9 miliardi di franchi, -21,8% rispetto alla stima di una flessione tra il 20 e il 30%, grazie alla frenata del calo a dicembre

Un mese di dicembre caratterizzato da un calo solo leggero ha permesso alle esportazioni di orologi svizzeri di limitare ulteriormente i danni in un 2020 reso complicato dagli effetti del coronavirus. Nell’ultimo mese dell’anno appena chiuso l’export di segnatempo elvetici è stato di 1,7 miliardi di franchi (1,57 miliardi di euro), il 2,5% in meno rispetto al dicembre del 2019.

Per l’insieme del 2020 l’export è stato di 16,9 miliardi di franchi (15,68 miliardi di euro), in calo del 21,8% in rapporto all’anno precedente. La contrazione annuale complessiva è marcata, ma si colloca nella parte bassa della forbice delle previsioni degli esperti del settore, che avevano indicato una possibile flessione annuale del 20%-30%. Il contenimento della contrazione è dovuto soprattutto al balzo della Cina, unico tra i grandi mercati a chiudere il 2020 con il segno positivo.

L’Italia registra una forte discesa annuale, ma è riuscita a rimanere tra i dieci maggiori mercati. Questo è l’andamento nel mese di dicembre per quel che riguarda la top ten dei mercati di sbocco: Cina +45,2%, Stati Uniti -2,4%, Hong Kong -19,2%, Giappone -0,8%, Singapore -6,6%, Emirati Arabi -9,7%, Germania -12,8%, Regno Unito -18,5%, Italia -7,2%, Francia -36%. Nel mese è aumentato nettamente l’export di orologi di gamma medio-alta, con prezzo compreso tra i 500 e i 3 mila franchi. Lieve diminuzione per la gamma alta (sopra i 3 mila franchi) e marcate contrazioni per le gamme di base (sotto i 500 franchi).

Questa la fotografia dei dieci maggiori mercati per l’intero 2020: Cina +20%, Stati Uniti -17,5%, Hong Kong -36,9%, Giappone -26,1%, Regno Unito -24,6%, Singapore -26,4%, Germania -21,4%, Emirati Arabi -18,9%, Francia -37,9%, Italia -33,3%. Con la prima ondata di coronavirus e con le conseguenti restrizioni per le attività economiche e il turismo, la prima metà del 2020 è stata particolarmente dura per l’export di orologi rossocrociati; il calo per i primi sei mesi è stato del 35,7%, poi il graduale miglioramento da luglio a dicembre.

Il polo elvetico degli orologi rappresenta oltre il 50% del fatturato mondiale del settore ed esporta oltre il 90% della sua produzione. I dati sulle sue esportazioni, forniti dalla Federazione dell’industria orologiera svizzera (Fh), sono quindi un indicatore importante per l’intero settore.

Dopo un 2020 colpito dal coronavirus, le imprese elvetiche puntano ora chiaramente a recuperare terreno quest’anno. La Cina è il traino, ma occorre che anche altri mercati principali escano dal segno negativo.Intanto Swatch Group, il maggior produttore svizzero di orologi e componenti, ha reso note le cifre del suo esercizio 2020. Il fatturato del gruppo è sceso del 32,1% (28,7% a cambi costanti), a 5,59 miliardi di franchi ((5,18 miliardi di euro). I conti sono in rosso per la prima volta nella storia del gruppo, con una perdita di 53 milioni di franchi, contro i 748 milioni di franchi di utile del 2019. Swatch ha affermato di puntare a un ritorno quest’anno ai livelli di vendite pre pandemia, sulla base di una previsione di ripresa della domanda di orologi e gioielli nel mondo.

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